Mercedes batte un nuovo record: è sua l’auto da corsa più costosa di sempre
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I primi mesi di ogni nuovo anno, soprattutto per ciò che concerne le auto d’epoca, rappresentano un momento topico caratterizzato da aste milionarie in vista degli eventi espositivi che andranno a caratterizzare il periodo primaverile ed estivo.

Mercedes W196R Stromlinienwagen: un’auto da record, non solo in pista
La cifra precisa è 42,76 milioni di sterline, ovvero 51,55 milioni di euro.
Questi i numeri da capogiro che, durante una recente asta organizzata da RM Sotheby’s a Stoccarda (nella sede centrale di Mercedes), hanno identificato il valore finale della Mercedes W196R Stromlinienwagen, che è così diventata l’auto da Formula 1 più costosa di sempre.
Si tratta dell’esemplare con numero di telaio 00009/54, fino a prima della vendita conservato all’Indianapolis Motor Speedway Museum a cui era stato donato nel 1965 direttamente dall’azienda Daimler-Benz AG, guidato da due dei piloti più famosi di tutti i tempi.
Stiamo parlando del cinque volte campione del mondo Manuel Fangio (che proprio con la W196R conquistò due titoli nel 1954 e 1955) e del leggendario Stirling Moss che vanta un palmares di 16 titoli conquistati su 66 Gran Premi disputati.
Il debutto della “W196R da 51 milioni” avvenne il 30 gennaio 1955 al Gran Premio di Buenos Aires con alla guida Fangio, che vinse inseguito proprio da Moss.
In totale, questo modello (seppur con diversi numeri di telaio, per un totale di quattordici esemplari) riuscì a conquistare fino al 1955 undici vittorie su quattordici partenze.
Un piccolo aneddoto: la prima volta che venne montata la carrozzeria Streamliner (in tedesco, come da nome originale, Stromlinien) sul telaio 00009/54 fu nel 1955 per il Gran Premio d’Italia a Monza.
La vettura fu guidata da Moss, ritiratosi dopo 27 giri per un difetto al pistone, ma solo dopo aver ottenuto il giro più veloce a una media di 215,7 km/h.
In quella gara, la vittoria venne comunque conquistata da altre due W196R, guidate da Fangio e Taruffi. Si trattò dell’ultima “doppietta” Mercedes in Formula 1 per 58 anni, fino al Gran Premio di Malesia del 2014 con Hamilton e Rosberg sul podio.

La storia e le caratteristiche della leggendaria W196R
La storia della W196R inizia da un nome: Rudolf “Rudi” Uhlenhaut, un ingegnere assunto da Mercedes-Benz nel lontano 1931.
Dopo essersi fatto notare per le sue doti ingegneristiche nelle auto di produzione, nel 1936 venne “promosso” al reparto delle corse.
Dopo la fine del conflitto mondiale, e col ritorno delle corse, Rudi si ributtò a capofitto nella produzione delle auto da gara e progettò la prima W194 (meglio conosciuta come 300 SL “Gullwing”) da cui sarebbe poi derivata la famosissima versione stradale W198 “ali di gabbiano”.
Quando, a causa di una mancanza di concorrenti disponibili, nel 1952 la Formula 1 si prese una pausa, la FIA nel 1954 ridimensionò i regolamenti, dando vita a norme meno stringenti: solo motori aspirati da massimo 2,5 litri e obbligo di un singolo sedile centrale. Nient’altro.
Ciò rappresentò una grande occasione per la Casa di Stoccarda che diede vita a un reparto nuovo di zecca con a capo proprio Rudi.
Partendo dal telaio tubolare della W194 300SL, con alcune modifiche alle sospensioni e agli ammortizzatori, l’ingegnere diede così vita alla W196R.
Il suo motore era un 2,5 litri aspirato con otto cilindri in linea in grado di sviluppare 260 CV di potenza, mentre per quanto riguarda la carrozzeria l’ingegnere tedesco potè sbizzarrirsi creando così due diverse versioni: una aerodinamica a ruote coperte (dedicata ai circuiti ad alta velocità) e una a ruote scoperte per i percorsi più tortuosi.
Sarà la prima tipologia di carrozzeria a prendere il nome di Stromlinie (o, in inglese Streamline), che dal 1955 venne quasi sempre preferita all’altra anche grazie all’alta velocità raggiunta: oltre 300 km/h.
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È interessante notare che, dal 1955, la W196R non ha mai più toccato suolo stradale.
L’immaginazione, quindi, vola al misterioso proprietario che per 51 milioni - e con più qualche revisione - oggi potrebbe sfoggiarla in occasioni speciali come la Mille Miglia Storica.
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