L'evoluzione dei fari nelle auto, fino alle ultime innovazioni Mercedes-Benz
Indice:
- Che differenza c’è tra fari e fanali?
- In principio, i fari erano candele
- I fari al carburo: una luminosità “accecante”
- Finalmente i fari elettrici: arrivano le lampadine ad incandescenza
- Anni ’50: luci orientabili e fari alogeni
- Gli anni '90 e le alte performance dello xeno
- La rivoluzione dei fari LED negli anni '00
- La tecnologia nei fari Mercedes-Benz: MULTIBEAM LED e Digital Light
- Scopri l’innovazione di Mercedes-Benz, da Trivellato

Chiunque guidi un’automobile ne riconosce l’importanza imprescindibile: fari e fanali rappresentano infatti un elemento essenziale per segnalare la propria presenza su strada e consentire una guida sicura.
Che differenza c’è tra fari e fanali?
La differenza tra fari e fanali per auto riguarda principalmente il loro uso e la terminologia, anche se spesso i due termini vengono utilizzati in modo intercambiabile nel linguaggio comune. Ecco le principali differenze.
I fari hanno come funzione principale quella di illuminare la strada durante la guida, soprattutto di notte o in condizione di scarsa visibilità.
Si dividono in:
- Fari anteriori, che includono abbaglianti (luci lunghe) e anabbaglianti (luci corte).
- Fari fendinebbia, progettati per migliorare la visibilità in caso di condizioni meteorologiche avverse.
I fanali invece ricoprono la principale funzione di segnalare la presenza, la posizione e le intenzioni del veicolo agli altri utenti della strada.
Si dividono in:
- Fanali posteriori, che comprendono luci di posizione, freni, indicatori di direzione, retromarcia, e luci antinebbia posteriori.
- Fanali laterali, come le luci di ingombro o indicatori di direzione aggiuntivi.
Essenzialmente, potremmo quindi dire che i fari ricoprono una funzione di illuminazione attiva per vedere la strada, mentre i fanali hanno finalità di illuminazione passiva per segnalare la propria presenza agli altri.

In principio, i fari erano candele
Come si può riscontrare in molte innovazioni riguardanti il mondo dell’automobile, la prima applicazione dell’illuminazione su un veicolo dedicato al trasporto di persone si può riscontrare nelle carrozze.
Già nel ‘700, infatti, sulle carrozze erano applicati dei rudimentali fanali la cui illuminazione era demandata a candele a cera o a sego.
Per trovare i fari applicati nelle prime automobili, è necessario fare un salto di circa duecento anni (giungendo ai primi del ‘900) anche se l’illuminazione era la stessa che si trovava quasi due secoli prima nei mezzi trainati da cavalli: una semplice struttura in lamiera con la “solita” candela sistemata all’interno.
In questo caso, per evitare eventuali incendi, le lanterne erano dotate di particolari dispositivi di espulsione automatica funzionanti attraverso una molla a spirale. semplice struttura in lamiera con la “solita” candela sistemata all’interno.
I fari al carburo: una luminosità “accecante”
Poco dopo giunse il tempo dei fari “a carburo”, basati su una specifica reazione chimica tra il carburo di calcio su cui venivano versate delle gocce d’acqua per produrre, come risultato finale, un idrocarburo altamente infiammabile: l’acetilene.
Attraverso una scintilla, questa sostanza si incendiava per dare vita a una fiamma azzurra in grado di produrre una luce bianchissima e molto forte, posizionata all’interno della classica parabola del faro tutt’oggi conosciuta.
Questo tipo di illuminazione venne presto ritenuta inadatta allo scopo, non tanto per la pericolosità del materiale infiammabile, quanto perché il fascio di luce prodotto era così intenso da abbagliare chi arrivava dalla direzione opposta. A nulla servì il tentativo di mascherare la metà superiore del proiettore: serviva un’altra soluzione.

Finalmente i fari elettrici: arrivano le lampadine ad incandescenza
La prima introduzione dei fari con lampadine ad incandescenza può essere individuata nel 1908, tuttavia fu solo negli anni ’30 che questa si diffuse in tutto il mercato automobilistico.
I fari, divenuti elettrici, continuavano ad essere esterni al corpo della vettura, e per due decadi se ne studiò con attenzione la sagomatura al fine di regolare altezza e profondità del fascio di luce, oltre a cercare di renderli sempre più piccoli e leggeri per integrarsi coi frontali delle auto che si facevano sempre più aerodinamici.
Fu proprio in questi anni che si diffuse il commutatore tra fari abbaglianti e anabbaglianti, con l’utilizzo dei primi consentito solo quando si potevano contare almeno cento metri liberi da altri veicoli o pedoni.
Anni ’50: luci orientabili e fari alogeni
Si dovette attendere fino ai rivoluzionari anni ’50 per assistere a un ulteriore importante cambiamento in termini di illuminazione: i fari iniziarono ad essere finalmente integrati all’interno della vettura e, contemporaneamente, fecero la loro comparsa le luci orientabili, capaci di adattarsi in maniera dinamica in base all’angolo di sterzata.
Alla fine di questa decade, poi, fecero il loro ingresso nel mercato anche le prime lampade alogene (diffusesi poi ampiamente a metà degli anni ’60), caratterizzate da una luce bianco candido e da una migliore resa luminosa grazie alle sostanze gassose contenute all’interno del bulbo delle lampadine.
Oggi questa tipologia di fari è ancora quella più diffusa nel mercato automotive e ha visto un’ampissima evoluzione: si è partiti dalle prime lampade monofilamento, per passare a quella a doppio filamento (H4) con abbaglianti e anabbaglianti in un’unica scatola, fino a nuovi alogeni monofilamento (H7) con le due tipologie di illuminazione separate in due scatole diverse.

Gli anni ’90 e le alte performance dello xeno
Nel 1992 fanno il loro ingresso nel mercato i performanti fari allo xeno (trasformati, nel 1999, in bixeno con l’inclusione di fari anabbaglianti e luci di profondità in un’unica lampada), gas nobile compresso in una piccola camera di combustione prodotta con vetro di quarzo.
Dette anche “fari a scarica elettrica”, queste luci spostano lo spettro luminoso più vicino a quello ultravioletto e forniscono un fascio molto intenso.
Data la grande potenza della luce prodotta da questi fari (circa tre volte superiore a quelli alogeni), si è presentata la necessità di dotare le auto che li integrano di un sistema di regolazione automatica dell’assetto, così da evitare l’abbagliamento del traffico incrociante.

La rivoluzione dei fari LED negli anni ’00
Più o meno in concomitanza con i fari allo xeno, viene integrata anche l’illuminazione a LED (light emitting diode) solo come terza luce di stop.
Bisognerà attendere il 2008 affinché i fari LED High Performance di serie facciano il loro ingresso in diverse vetture di alta gamma.
Quando parliamo di LED, ci riferiamo a delle luci semiconduttrici che consentono il passaggio della corrente in una sola direzione, emettendo una luce priva di infrarossi e ultravioletti e accendendosi immediatamente anche alla minima sollecitazione di corrente.
Per questa caratteristica il loro consumo è molto basso e la luce ottenuta è fortemente direzionale, per questo i fari LED sono sempre accompagnati da lenti e circondati da un involucro di materiale sintetico che consenta l’ampia propagazione del fascio luminoso.

La tecnologia nei fari Mercedes-Benz: MULTIBEAM LED e Digital Light
In questo approfondimento abbiamo già abbondantemente trattato le innovazioni apportate da Mercedes-Benz nel mondo dell’illuminazione, quindi qui ci limiteremo semplicemente a evidenziare le due importanti novità con cui la Casa di Stoccarda ha recentemente alzato l’asticella nel mercato automotive.
La prima sono i fari MULTIBEAM LED, naturale evoluzione dei LED High Performance.
Stiamo parlando di un sistema di illuminazione che, attraverso l’utilizzo di una tecnologia intelligente sviluppata dalla Stella, è in grado di riconoscere automaticamente la situazione stradale e ambientale, adattando così il fascio di luce in maniera automatica e riducendo quindi al minimo l’intervento umano.
Si tratta di una novità davvero rivoluzionaria per il mondo automobilistico, a cui è seguita recentemente l’introduzione di Digital Light, una delle tecnologie di illuminazione più avanzate attualmente esistenti.
Grazie a un complesso modulo integrato in ogni faro e composto da oltre 1 milione di micro-specchi in grado di inclinarsi fino a 5000 volte al secondo, questa tecnologia consente di modellare il fascio luminoso con estrema precisione.
Inoltre, questa avanzata tecnologia è anche in grado di spingersi oltre l’illuminazione, proiettando immagini e simboli (linee guida, segnali di avvertimento, indicazioni di corsia) direttamente sull’asfalto.
Un’ulteriore dimostrazione di come Mercedes-Benz continui a “illuminare” la strada che conduce al futuro dell’automotive.
Scopri l’innovazione di Mercedes-Benz, da Trivellato
Mercedes-Benz rappresenta indubbiamente un esempio di modernità e creatività non solo per ciò che riguarda i sistemi di illuminazione: meccanica, estetica, intrattenimento, motorizzazioni sono solo alcuni degli ambiti in cui la Casa di Stoccarda continua a investire e ricercare con risultati sorprendenti.
Se desiderate toccare con mano tutte le potenzialità degli ultimi modelli firmati Mercedes e AMG, vi aspettiamo negli show-room Trivellato per prenotare il vostro test drive e sperimentare in prima persona quell’attenzione al cliente che ci ha resi uno dei top dealer Mercedes-Benz e unico AMG Performance Center del Veneto.